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SECOLO XV.


Ognuno sa che le armoniose note de' Cantori italiani ed il corretto parlar gentile languivano nel Secolo XV, in cui si amava meglio rimettere in fiore la deperita lingua del Lazio. A tale dispostezza degli animi, che tornava a deplorabile scapito della risorta letteratura, furono peraltro dati compensi di reale importanza, poichè quello fu il secolo in cui si promulgarono ed illustrarono meglio che per lo passato gli Statuti delle Città italiane, si riformarono Leggi utili a' bisogni della vita civile, s'intrapresero ardite Navigazioni, e Scienze ed Arti belle d'ogni maniera si accrebbero. Dalla svogliatezza per la volgare eloquenza non andò privilegiata Venezia, se pure confessar non dovessi non essere io da tanto da saper citare

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