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VAL D'ADESE.


L'Autore narra, una sua gita autunnale in carrozza, percorrendo, dal confine Trentino in giù, quel tratto di Val d'Adige o Val Lagarina che finisce alla Chiusa, tra Ceraino e Rivoli, irti di fortificazioni.

Sono in vista piccoli e graziosi paesini e contrade ― ed il fondo della valle, tranne una discreta coltivazione, è, si può dire completamente diviso fra il corso del fiume, la ferrovia e la strada maestra, che da Ossenigo a Dolcè corrono quasi paralleli.

L'Adige snoda il suo verde nastro fra due folte rive di boschetti, lambendo le radici di due alte catene di monti, dei quali fanno parte a sinistra il Corno d'Aquilio e il Monte Pastello, dall'altra i contrafforti del Baldo. ― Sulla cima di uno di questi, appollaiate sopra un abisso, le bianche casette e la chiesa del Santuario della Madonna della Corona, sono dopo i forti, una delle cose più notevoli da ammirarsi nel paesaggio.

(n. d. a.)


NOTE AI SONETTI

I. «mi e me fradel dotor co 'n'altro amigo».

Il dottor Vittorio Barbarani, medico condotto di Dolcè in Val d'Adige e fratello dell'autore.

L'autore, allude anche al pittore Giovanni Bevilacqua, per le nozze del quale con la signorina Ondina Caperle, furono questi sonetti stampati in copia unica e ad entrambi i carissimi amici dedicata.

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