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ANNOTAZIONI.


(1) Ver, lo stesso che vedere.

(2) Questo verso dal primo editore leggevasi errato così:

me fortin noriga e passe

Dallo stesso editore sonosi aggiunte le parole che leggonsi fra parentesi, le quali, come ragionevoli, sonosi conservate anche nell'edizione presente. Si ommisero bensì alcuni versi, evidentemente appiccati, sul fine.

(3) Il senso di questo verso è il seguente: che troppo lontana mi è la festa. Luitan per lontano leggesi anche nel verso decimosettimo.

(4) L'altra edizione leggeva erroneamente farò.

(5) Oldì, lo stesso che udì, per udirono. Scorrezione grammaticale, non infrequente in siffatto genere di poesie, specialmente di sì vecchia data.

(6) Nell'altra edizione leggesi filiale in luogo di fe liale

(7) Anche questo verso è alquanto scorretto nell'edizione anteriore.

(8) L'altra edizione ha vose, erroneamente come ognun vede. Volse leggesi anche otto versi dopo.

(9) Guia, forse vale lo stesso che guida.

(10) Parla di Venezia, ossia della repubblica veneta.

(11) Sezo, seggio.

(12) Resenze, raggiunge.

(13) Zia, gia.

(14) Ziti, giti; maxone, magione.

(15) Ian, essi hanno.

(16) Lo lida de zata, gli dà di zampa.

(17) Lo la bata, prende la fuga.

(18) La folgia, la foggia, il modo.

(19) Lusta, voce toscana, che nell'odierno dialetto veneziano equivale ad usma.

(20) Dezo, adesso, ora.

(21) Varga, varca, da varcare.

(22) Pizola, piccola.

(23) Raina, regina.

(24) Pe, piede. La descrizione del veneto leone è conforme alle pitture antiche che abbiamo di esso.

(25) Saferra, si afferra.

(26) Vargo, varco.

(27) Voio, voglio.

(28) Possa, poscia.

(29) Zinti, cinti.

(30) Anomo, nomino. Revolti al naspo, posti all'intorno; è detto allegoricamente.

(31) Pago con Arbe, due paesi delia Dalmazia.

(32) Laura fiama, orifiamma, famosa bandiera degli imperatori antichi.

(33) El balsa, si ritiene certo per Bascià.

(34) Zera, cera.

(35) Seda, seta. Da questo verso rilevasi, che in Corfù si raccoglieva a quell'epoca molta seta, o per lo meno se ne faceva grande commercio.

(36) Prova, prora.

(37) Lixole de crede, l'isola di Creta.

(38) Retemo Lachania, Retimo e Canea.

(39) Zento mia, cento miglia.

(40) Grana e gotoni, grana, insetti, che si adoperano per tingere in rosso. Gotoni, cotoni. Questo prova, che in Candia si coltivava a quell'epoca abbondantemente il cotone.

(41) Chaxi, forse cassia.

(42) Ochi me fizi, cioè, ho fissato gli occhi.

(43) Ape, a piede, appresso.

(44) Nonne soto el terresto, non è sotto il terrestre.

(45) L'autore coi seguenti versi ricorda i luoghi, che i veneziani hanno conquistato coll'armi, o che si son dedicati ad essi volontariamente. Descrive la battaglia data alle genti del re d'Ungheria, e l'altra per cui si ebbe tutto il Friuli. Le imprese venete in quella provincia durarono dal 1411 al 1413, come scrive il Sanuto nelle vite dei dogi.
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