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La poesia vernacola ha avuto in questi ultimi tempi una improvvisa e notevole fortuna: e io sarei quasi incline a ritrovarne la ragione nella troppa letteratura, che annebbia o impaluda i più tra i versi italiani.

I poeti dialettali sono apparsi dinanzi al pubblico come più istintivi e sentiti degli altri; e i loro componimenti sembrano sgorgati, senza aiuto di libri e gonfiezza di propositi, semplicemente così per desiderio di canto.

Tutte queste parole per ispiegare quanto mi sia ora particolarmente caro presentare agli occhi del mondo il volume di un poeta vernacolo, e veneziano per giunta.

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