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Qualità del testo: sto testo el xe conpleto, ma el gà ancora da vegner rileto.
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XXXII.
Il morto parlante.
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Tosto che un vivente si è fatto cadavere, è uso lodevole degli ospitali di trarlo dai saloni ad altra stanza appartata. Ora avvenne, che il medico d'uno di questi pii luoghi facendo una mattina la visita, giunto che fu al letto di un infermo, al quale conoscea troppo bene non poter medicina alcuna giovare, passò innanzi dicendo: questi è già morto, è inutile occuparsene. Finita la visita del salone, uno degl'inservienti, prontissimo esecutore dell'officio suo, udite avendo le parole del medico, preso pei piedi quell'infelice se lo gittò sulle spalle per portarselo altrove. Questa improvvisa scossa fece mettere al moribondo un sospiro e un oh dio! di che stupito il baggiano, gl'intimò silenzio dicendogli: tu sei morto, e i morti non parlano. ― No, risponde l'altro, nol sono ancora. ― E che? pretenderesti forse di saperne più del medico?

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