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Qualità del testo: sto testo el xe conpleto, ma el gà ancora da vegner rileto.

 Edission original:   

"Tutte le opere" di Carlo Goldoni; a cura di Giuseppe Ortolani;
volume 10, seconda edizione; collezione: I classici Mondadori; A. Mondadori editore; Milano, 1955

 Fonte:

http://www.liberliber.it/libri/g/goldoni/index.htm

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PROLOGO

LA COMMEDIA
LA MUSICA
IL GENIO DELL'ADRIA

LA COMMEDIA sola si trova in Scena.



Care spiagge adorate, a voi ritorno,
E qui dove non turba
L'allegrezza comun ombra funesta,
Più che mai lieta in viso,
Nuovi stimoli reco al dolce riso.
Agli atti, ai detti, a queste vesti, a questo
Mascherato sembiante,
Può comprender ciascun il nome mio:
La Commedia son io:
Quella che su le scene
Dà lode alla virtù, biasmo agli errori,
Mostrando in varie guise
"Le donne, i cavalier, l'armi e gli amori";
Quella per cui sovente
Di sé mirando il vergognoso esempio,
Detesta il vizio, e divien giusto un empio.

A chi crede un vago volto
Posseder senza difetto,
Quel cristallo parla schietto,
E gli dice: "Mira, o stolto,
Quanti errori ha tua beltà".
Così appunto a chi non crede
Reo di colpe il suo costume,
Io presento un chiaro lume
Onde poi se stesso vede,
E l'error scoprendo va.

Ma chi è colei che in maestosa gonna
Scender vegg'io dal cielo? è Diva, o donna?
Or la discerno appieno:
La Musica è costei, quella che tanto
A me sopra le scene usurpa il vanto.

Al suono di breve Sinfonia scende LA MUSICA

Vengo a voi, felici sponde,
Le vostr'aure a respirar,
Ed al suon delle vostr'onde
La mia voce ad accordar.
Vengo a voi, felici sponde,
Le vostr'aure a respirar.

Ma che veggo! Superba, (alla Commedia)
Qual ragion ti conviene,
Onde libera andar per queste arene?
Tu fra stuolo d'eroi?
Tu qua, dove le cure alte d'impero
Empion dei cittadin tutto il pensiero?
COMM.
A que' gravi pensier per cui sovente
Più bisogno la mente ha di riposo,
Lieto ameno intervallo a recar vegno.
MUS.
Questo è mio solo impegno;
Io sol posso tener gli animi intenti
Al dolce suon de' miei canori accenti.
COMM.
T'inganni, e ben tu stessa
Puoi confessar con pena
Quanto l'itala scena
Di me si pregi, e quanto in questi lidi.
MUS.
Tempo già fu che vaneggiava il mondo;
Più non l'avrai secondo;
Ora per la virtù risorto è il zelo,
Ed io sono virtù che vien dal cielo.
COMM.
Che parli di virtù? Misero nome,
Venerabile tanto,
Ormai degno di pianto!
Lo sconcertato suono
Di turba mercenaria
Che non so dir se gracchi, o pur se canti,
Potrà dirsi virtù? Miseri vanti.
MUS.
Olà, frena, mendace,
Quel tuo labbro loquace,
Né l'invidioso tuo vile costume
Giunga a oltraggiar quel lume
Per cui tanto splendore hanno le scene.
Rammenta quante volte
Avvilita, negletta,
Per me sol tollerata
Fusti dal popol misto, allora quando
Teco, qual tu ben sai,
Comparir su le scene io mi degnai.
COMM.
Ah, non son io l'antica
Baldanzosa Commedia,
Se vendetta non fo d'un tal oltraggio.
MUS.
Fora il tacer più saggio.
Pensa chi sei, chi sono, e allora poi
Minacciosa così parla, se puoi.

Fremi pur di rabbia in petto:
Mi vedrai a tuo dispetto
Su le scene trionfar.
COMM.
Non andrai sempre fastosa.
Verrà un dì, che l'orgogliosa
Fronte tua saprò umiliar.
MUS.
Verrà un dì, ma intanto fremi.
COMM.
Mi deridi, e non mi temi?
Tu vedrai quanto potrò.
MUS.
Con il suon della mia voce...
COMM.
Col valor dei detti miei...
a due
Tutto il vanto a me trarrò.
COMM.
Tenti invan di superarmi.
MUS.
Tenti invan di pareggiarmi.
a due
Alle prove, alle prove;
All'armi, all'armi.

Al suono di trombe esce dal mare IL GENIO DELL'ADRIA


Olà, donne, fermate.
Qual ira vi trasporta?
Qual inganno vi spinge a gara ostile?
Non vi recate a vile
Vivere in buona union, se pur può darsi,
'Ve la Commedia giace,
Che concordia si trovi, e regni pace.
Oggi l'una di voi non è bastante
Senza l'altra piacer su queste scene.
Se non ha la Commedia
L'ornamento del canto,
Spera invan riportar applauso e vanto;
E la Musica stessa,
Se non ha ne' suoi drammi oltre ragione
Qualche comica azione,
Se conserva il rigor della Tragedia,
Anzi che dar piacer, suo canto attedia.
Egualmente ad entrambe
La stessa sorte arride:
Così il Genio dell'Adria oggi decide.
COMM.
Ma chi averà di noi
Sopra di queste scene il primo loco?
MUS.
Questo di già si sa:
La Musica l'avrà.
GEN.
Forsennata pazzia, che sempre mai
Tien entrambe sommerse in mar di guai.
Quella avrà il primo loco
Che saprà meritarlo,
Quella l'avrà che cogli uffizi sui
Darà più gioco e più diletto altrui.
COMM.
Tenti invan di superarmi.
MUS.
Tenti invan di pareggiarmi.
a due
Alle prove, alle prove; all'armi, all'armi.
GEN.
Orsù, questo il Teatro,
Questo il campo sarà della battaglia;
Quale di voi più vaglia
Provisi in questo dì. Pria la Commedia
Nell'aringo si veda;
La Musica succeda.
Io che quel Genio sono
Al cui piacer tutto s'accorda il mondo,
Io sto presente, e poi
Sarò giudice giusto in fra di voi.

MUS.
Con trilletti e con cadenze,
Or battute, or passeggiate,
Saprò l'alme dilettar.
GEN.
Ma non siano stiracchiate,
Ché fariano stomacar.
COMM.
Con facezie e con sentenze,
Con finzioni al naturale,
Saprò gli uomini incantar.
GEN.
Ma non siano senza sale,
Ché fariansi biasimar.
COMM.
Avrò meco vecchi e zanni,
Donne belle in ricchi panni,
Che faranno innamorar.
GEN.
Ma non siano troppo vane,
Ché potrian pregiudicar.
MUS.
Avrò meco gran cantori,
Virtuosi suonatori,
Che nel mondo non han par.
GEN.
Ma non siano sconcertati,
Ché fariano delirar.
COMM.
Tu vedrai.
MUS.
Tu sentirai.
a tre
Via, coraggio, a cominciar.

Fine del Prologo

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