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PREFAZIONE
DI GIULIO PULLÈ
LETTA ALL'ATENEO VENETO
NELL'AGOSTO 1844.
Quell'interesse intenso e sempre operoso, che sprona l'uomo a frugare nelle reliquie del passato, come a cercarvi l'impronta, la traccia di ciò che contribuì un tempo a renderlo splendido e celebrato, è un sentimento nobile e magnanimo, è prova d'ingegno, di cuore, e di volontà.
Perciò vediamo, compresi di sacro tremito, muti di pietà e reverenza, parecchi illustri viventi, starsi cogli occhi avidi, e col cuore palpitante allo scoperchiar d'un avello, dove giacciono l'ossa pressochè incenerite, d'un che fu sommo.