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          Perchè non posso goderme gnanca con mia mugger? 1
          Ma dov'è la mia scatola? l'averò persa: oh bravo!
          A tior tabacco adesso. (Se non la va, burlavo.)
Giul. Eccone quà, servitevi.
Zan. Che bella tabacchiera!
          D'oro! e come la pesa! fattura d'Inghilterra.
Giul. Regallo di mia Madre, Meschina! anzi che mora
          S'è di me ricordata.
Zan. E quel reloggio ancora?
Giul. Anch'esso.
Zan. Favorime, che ghe daga un'occhiada:
          Sta roba per la posta la ve sarà arrivada. 2
Giul. La portò un mio parente, che quà è venuto a spasso.
Zan. Zerman, barba, nevodo? coss'ello magro, o grasso?
Giul. Cugino per appunto. Uomo di condizione,
          Ricco, e buono tre volte.
Zan. Come li vol le Done.
          De sto vostro parente me ne consolo assai:
          Voggio anche mi conoscerlo. Vienlo a trovarve mai?
Giul. Viene quasi ogni giorno.
Zan. Ma quà pensar bisogna:
          Gho do sorelle in casa, che ve pol far vergogna.
          Le xe Donne alla bona, com'era i so fradei,
          Elle no porta guanti, elle no porta nei.
          No le gha de ste visite; ma voggio co le ghè,
          Che le se metta anch'elle in cerchio, e in andriè.
          Sto zerman, cara fia, per elle el xe un intrigo,
          Diseghe, che nol vegna, se mi no ghe lo digo.
Giul. Ce lo direte voi.
Zan. Cerco una, che ghe possa.
Giul. N'avrei troppa vergogna.
Zan. Za no vegnì più rossa.
Giul. (Qual cosa egli ha saputo, e di veleno io gelo.)
          Marito mio scherziamo?
Zan. E chi v'ha storto un pelo?
Giul. L'oriolo?
Zan. Lassemelo: ne voggio uno compagno.
Giul. La tabacchiera almeno?

  1. Si cerca in saccoccia.
  2. Nel prenderlo mette la scattola in saccoccia, e tiene l'oriuolo in mano.
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