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Ott. Anch'esso? come mai?
Zan. Oh la me vol del ben, ma ben, ma ben assai.
Ott. Ma se di veder l'ore avesse ella desio?
Zan. Sto senza mi alle volte, che poi son so marìo!
Ott. Eh sì sì, dite bene.
Zan. Za no la va de sotto.
          Sta robba la gho in prestio, per darghela debotto.
          Anzi se'l vol che femo la burla, come và;
          La tegna ello sta robba, che lu ghe la darà.
          La perdona l'ardir. 1
Ott. Lo faccio volentieri.
          (Oibò, non è geloso. Qui non ci son misteri.)
Zan. Me par che mia mugger za poco m'abbia ditto,
          D'aver con ello un debito.
Ott. Eh! bagatelle: zitto.
Zan. Sie zecchini me par; e mi quà ghe li conto.
Ott. Via, che siamo parenti.
Zan. Ella me fa un affronto.
Ott. Non li prendo: c'è tempo.
Zan. Voggio pagarla ancuo;
          Semo parenti è vero, ma gh'abbia tutti el suo.
          Così, salla, con tutti in casa mia se tratta.
Ott. Via per non disgustarvi li prenderò.
Zan. (L'è fatta.)
          Gh'ho qualche d'affaretto, che destrigar me preme.
Ott. Servitevi ch'io resto.
Zan. Oibò, andaremo insieme. 2
Ott. Se non rendo a Madama la roba sua, mi sgrida.
Zan. No ghe miga sta pressa. La resta pur servida. 3
Ott. Che la saluti almeno: chi serve in ciò non fala. 4
Zan. Tocca a mi de servirlo in fondo della scala.
Ott. Tanto siete ostinato!
Zan. Someggio a mia mugger.
Ott. Via, fatemi la strada.
Zan. Oh! mai; so el mio dover. 5

  1. Contraffacendo le sue riverenze.
  2. Fa lo stesso.
  3. Spingendolo verso la porta con inchini.
  4. Andando verso la camera di Giulia.
  5. Con cerimonie caricate.
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