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          Ma me son tiolto spasso per farve taroccar.
          Mugger cara, mi vedo che de zirar ve preme,
          E però l'è impossibile che la duremo insieme.
          Zacchè vostro zerman a Roma va bel bello,
          Per moverve un tantin ghe podè andar con ello.
          Tutto el vostro bagagio l'è pronto, che 'l vedè:
          Se ve bisogna bezzi, semo quà nu, parlè.
          Co ve sarè sodada, quando averè godesto,
          Questa xe casa vostra, ma no tornè sì presto.
          Per far le vostre visite prima de andar lontan,
          Podè restar sta sera a casa del Zerman.
          Mi così no averò chi me teta de mazo,
          E farò con mio comodo a darve ancha el bon viazo.
Giul. Così tratta un marito, e un mio cugin lo tolera?
          Indegnità! insolenze!
Ott. Via non andate in colera.
          Io fo quel che mi dicono, e se non mi mandavano
          Io non direi d'andare.
Bort. Pol pensar meggio un ravano?
Luc. Cavemose, Bettina, che 'l tempo se fa brutto. par.
Bett. Per mio marìo l'è bon, cusì l'averò tutto. par.
Giul. Voi per me non parlate? A Bortolo.
Bort. Fia mia me maraveggio.
          Ghe quà vostro Zerman ; lu v'ha da dar conseggio. par.
Ott. Io so quello che vogliono, ne sia pur persuasa.
          Servitore umilissimo, la sto attendendo a casa. par.
Ton. Quello parla da omo: la vaga, la se svaria.
          Per i mali de testa, bisogna mudar aria. par.
Giul. Tutti contro di me! E voi, voi siete il primo
          A sprezzarmi in tal forma?
Zan. Anzi che mi ve stimo.
          Cerco de secondarve, in libertà ve lasso
          De andar alla commedia, perchè gh'abbiè del spasso.
          Vel digo ben sul sodo mentre che ste al Teatro
          Fè riflession a tutto, fella tre volte, e quattro
          Son un omo d'onor, sè mia mugger... insoma
          A vu sta de risolver, o mudar vita, o a Roma. par.
Giul. Questa non l'aspettavo, e il caso mio detesto.
          Maritiamoci, Donne, che morirem più presto. par.


Fine dell'Atto Quarto.
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