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SCENA II.
Carlo e detti.
Carlo
(dalla sinistra. Capelli e baffi biondi, ben pettinati ed arricciati; vestito con eleganza di maffioso. In maniche di camicia, col cappello in testa sulle ventitrè: si spazzetta la giacca. Avrà il soprabito sopra una sedia in fondo, e nel seguito della scena se lo infilerà. Ha il ticchio d'intercalare nei suoi discorsi qualche parola o qualche frase dei varii dialetti italiani, pronunciate a suo modo).
Ecco i conforti de la paternità! Co la muger lata, el mario scovola.... (in bolognese) Achsè!... Cossa gala, amia, che la me varda cussì?...
Giudita
(non badando a Daniel che vuol trattenerla: decisa).
Dame subito quel anelo che ti ga tolto dal scrigno d'acordo co costù; e le ciave d'ora in avanti no andarà fora da le man mie e de mia sorela.
Carlo
(indossando la giacca calmo, a Daniel dopo una pausa).
Che piavolo!