Siamo a Verona, d'estate nel secondo anno di guerra. La città è sotto l'incubo delle frequenti incursioni di areoplani nemici, specie dopo la tragedia sanguinosa del 14 Novembre, che costò la vita a ben quaranta innocenti.
Tali incursioni erano segnalate ai cittadini con tre colpi di cannone e i rintocchi del civico Rengo,1 il maggiore bronzo della Torre dei Lamberti, sovrastante la celebre piazza delle Erbe.
Appunto su questa piazza, immanente alla torre, dalla quale piovevano improvvisi e cupi i rintocchi, si svolgeva il massimo trambusto. La vasta piazza, con un disordine folle si vuotava in un attimo. Il mercato s'immergeva paralizzato in un silenzio pauroso d'attesa.
Tutti correvano ai ripari, nei rifugi e nelle cantine, mentre per le vie della città correvano i bersaglieri con la cornetta, perchè nessuno restasse allo scoperto. Tutti i negozi ed i portoni dovevano rimanere socchiusi per i ritardatari.
Ai nuovi rintocchi del Rengo, più rapidi e festosi cessava l'allarme e la città riprendeva in un momento la sua vita di prima.
- ↑ Rengo: arringo.