Pagina:I sogni.djvu/77

Sta pagina la xe stà trascrita e rileta.
PROEMIO DELL'AUTORE


Quale estro paesano, m'indusse a togliere dal suo nicchio selvaggio, una celebre ed ultra millenaria canzone popolare, per avvincerla allo scheletro di una dimora imperiale, sul colle principe di Verona, nei pressi di una fonte romantica, la notte di San Giovanni?

Parlano a buono, senza tregua, questi luoghi terribilmente austeri e piacevolmente campagnoli; parlano con severità di rudero e con grazia d'ortaglia, un linguaggio spesso nascosto, quasi sempre frainteso o tenuto in poco conto.

Con questa ballata, mi son rifatto ai tempi, nei quali la contrada di San Giovanni in Valle, sulla riva sinistra dell'Adige, era assai più garrula di popolane,

Traesto fora da Wikipèdia - L'ençiclopedia łìbara e cołaboradiva in łéngua Vèneta "https://vec.wikisource.org/w/index.php?title=Pagina:I_sogni.djvu/77&oldid=66739"