P — Pétolo, petolóto, pétola, petolón, dicesi di marmocchio, bamboccio ecc. Èsar o restár o lassár ne le pétole: essere, rimanere, lasciare nelle péste, nell'imbroglio.
Ponsár o sponsar: riposare.
Pocio (è il più generico del dial. ven. tocio) sugo, intingolo, fanghiglia. Pociàr: intingere, bagnare il pane o la polenta nel sugo (succo); il bimbo che pocia la penna; anche, guazzare nell'acqua fangosa ecc.
Péar: pepe, anche pévar, e nella campagna abbreviato: pêr; pearà: pepato.
Piàsar, piásso: piacere, piaciuto.
Pingolòn: a pingolón: ciondoloni.
Pontesél: terrazzo, terrazzino.
Potácio: guazzabuglio.
Pressia: fretta.
Puína: una specie di ricotta.
Puóto: fantoccio.
Pajón: pagliericcio; l’a brusà ’l pajón, ha mancato di parola.
Paca, botta, percossa, bussa; ciapàr de le pache: pigliarle buone.
Progno: torrente in gen. asciutto, il quale serve pure di strada, di viottolo stretto e sassoso specie in montagna (Val di Progno, Selva di Progno).
Putina: bambina. Putèlo, putèla, putelèto; putelòn (maschile, femminile, diminutivo e accrescitivo).
Putelàda: ragazzata, più raro putelàme per significare la ragazzaglia.
R — Reatín: reattino o più comun. lo scricciolo, uccellino di siepe, assai piccolo (passerotto).
Recia: orecchio; la frase: star con le réce a penél: star con l'orecchio attento, all’erta; supiàr ne le rece: soffiar nell’orecchio, sussurrare, insinuare nell’orecchio, un sospetto, un’accusa; véndar col fior in recia: vender caro, tener alto il prezzo della merce; una recia d'uva: un racimolo d'uva.
Ropetár: dimenarsi, intrigar la casa; a ropetòn (a rotoli) andar male.
Rusár: ronzare, borbottare; si dice anche del «far le fusa» proprio del gatto o d'altro animale domestico.
Rosaria (deriv. da rosario) come litanía; l'è 'na litania, è una storia lunga. Rosárie: fiabe, fole. Avèrghe le rosarie: trovare a ridire, piatìre, trovare ostacoli anche ove non sono.
Ruda: ruota. Ruda ruda, quale piena, quale uda? — è giuoco fanciullesco: Gira, gira ruota, - quale è piena e quale è vuota?
S — Sgolár: volare; el sgóla via: vola via.
Sparàr: tralasciare, fare a meno di; spara de ’ndarghe, risparmia, fa a meno d’andarci.
Sgnacár (el ghe l'à sgnacado); sgnacár è gettare con forza, scaraventare, stiaffare.
Simitón (da simiotàr, come fan le scimmie) i simitón sono i versacci, le smorfie.
Sentárse: sedersi.
Sempiada (da scempio): scempiaggine, sciocchezza.
Scónto: nascosto; scondiróto: sotterfugio, nascondiglio; scóndar; nascondere; andár par le sconte: andar per le vie poco frequentate. Scondón usato nel modo avverbiale de scondòn: di nascosto, all’insaputa.