Pagina:Il dialetto e la lingua - Antologia vernacola.djvu/83

Sta pagina la xe stà trascrita, ma la gà ancora da vegner rileta.
Par l’ingresso de le trupe Taliane ’n Verona
1866


O Todeschi, se pensè
          Da ’ndar proprio for de i piè,
                         Ancor si’ galantomeni!
E bison che me consola
          E ve diga ’na parola
                         Ma propio co ’l cor libaro.
Me, savì, che v'ò volesto
          Tuto el ben che s’à podesto,
                         Secondo i vostri meriti;
Ma credìo che go avù ’l core
          De pregar anca el Signore
                         Ch’andè fora de l'anima.
Consolève par sta volta
          Se l'Italia i ve l'à tolta,
                         Par regalarne el Veneto.
.... E vardè de no tornar
          Qui l'Italia a becolar 1
                         Come ’n te l’aria libera!
Se venì ’n tei nostri monti
          Par la cazza qua j’è pronti
                         Tanto il Re che i suditi;
E Vittorio Emanuele
          ve fa cavar la péle
                         E dopo anca l’embálsema.
Cossì adesso l’è fênìa
          E isperemo che andè via
                         Par tuti quanti i secoli!

Matìo Zócaro 2

  1. Becolàr, significa veramente pilluccare e si dice delle vivande; qui è per pasturare, e «pillucando denari con le tasse o gabelle».
  2. Due parole su questo poeta e sacerdote patriotta: Pietro Zenari, da Stefano e Angela Bettili, nacque in Soave di Verona il 1830; ebbe il padre ucciso da un ufficiale
Traesto fora da Wikipèdia - L'ençiclopedia łìbara e cołaboradiva in łéngua Vèneta "https://vec.wikisource.org/w/index.php?title=Pagina:Il_dialetto_e_la_lingua_-_Antologia_vernacola.djvu/83&oldid=75227"