Col respiro benedeto
de na nova gioventù,
col to cor più grande e s-ceto,
su campana, torna su!
Soto el sol de mesogiorno
eco, sona la campana;
i alpinisti tuti intorno
i la scolta e no i se ingana.
L'è tornada, l’è tornada,
con quel’estro da contenti,
par ciamarve su la strada
co la nebia e la tormenta.
Sul sentier gh'è qualche mama
che va in serca de na crosse,
col so canto la le ciarma,
la ghe manda la so vosse.
Dorme i mile çimiteri
fra un cantar de Ave Maria;
ma se sveia su i sentieri:
«Monte Grappa, patria mia!»
Eco: possa le bandiere,
ma no slusa più le lame;
sante, in mesa a le to schiere
eco: passa anca le mame.
Tase el son de la mitraglia,
ma se sveia in la trincea
un ricordo de bataglia
come quando se ridea;
se ridea col cor contento
fra la neve che no ingiassa,
fra cansone a çento a çento:
Quà dal Grappa no se passa!
Eco: sona la campana;
l’è tornada benedeta
su la strada che no ingana
da la casa de Giulieta.
L’è contenta, l’è contenta!
la campana la i à visti!
fra la nebia e la tormenta,
eco: torna i alpinisti!
Giugno 1920.
La storia di queste strofe merita di essere conosciuta perchè si intreccia con uno dei momenti più drammatici e più gloriosi della storia d'Italia. La poesia si riferisce ad un gentile episodio della guerra europea 1914-1918. Come raccontarono i giornaletti della trincea, Giovanni Ceriotto mentre si trovava sul Grappa compiendo il suo dovere di tenente del Genio, fu invitato durante una pausa di battaglia a recitare i suoi versi tra soldati e ufficiali ed in pegno di riconoscenza per l'ora di gioia intellettuale da lui concessa a quei combattenti, gli si consegnò la piccola campana del rifugio alpino «Bassano» abbattuta dal tiro dei cannoni nemici. Ma questa consegna era subordinata ad un patto che la campana ritornasse in trionfo sulla sua cima nel giorno dell’immancabile vittoria. Per rendere più sicuro l'adempimento di quest promessa il Ceriotto affidò a sua volta la campana al Club Alpino di Verona che in un memorabile giorno, in un entusiastico pellegrinaggio sul Grappa, sciolse il voto. E Giovanni Ceriotto che già aveva celebrato in versi il viaggio della campana del Grappa verso Verona, ne festeggiò in questa occasione, l'auspicato ritorno, con la poesia che quì si pubblica.