Pagina:L'acqua alta.djvu/26

Sta pagina la xe stà trascrita, ma la gà ancora da vegner rileta.
AVVERTIMENTO


Dello Stampatore.


GLI Stampatori sono, Diomercè, come il rimanente degli Uomini cioè adire, che non si fanno scrupolo di coscienza di mettere alcuna volta la propria pezzuola nelle faccende altrui, nelle quali tanto per avventura hanno a fare quanto il Duomo di Milano coll'assedio di Troja. Senza confutare nè l'Autore nè l'Editore di questa sublime Commedia che sbuca fuor da' miei Torchj, ma non secondando che l'umore del bizzarro mio cervellaccio, a cui ho pure l'obbligo della elezione del mio mestiere fra tanti altri che avrei forse esercitati un pò meglio, mi ho fatto a credere che fosse cosa di soverchio pazza ed inutile di raddoppiare le Lettere dell'Alfabeto nelle parole di un dialetto nelle qualj non si pronunziano doppie. Un Veneziano che per aver passeggiato un pajo d'ore lung'Arno non si creda in dovere di affettare l'accento toscano non pronunzia Quello, affatto, troppo, sacco, ricco, anno, fiamma, corre ec. ma quelo, afato, saco, fiama, core, ano ec. senza punto mettersi in pena dello sconcio equivoco di

Traesto fora da Wikipèdia - L'ençiclopedia łìbara e cołaboradiva in łéngua Vèneta "https://vec.wikisource.org/w/index.php?title=Pagina:L%27acqua_alta.djvu/26&oldid=66093"