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quest'ultima non che di qualunque altra parola: e tra tutte le consonanti non c'è, se non isbaglio, che la s. e la z. a cui piacciagli concedere il privilegio di sortirgli di bocca appajata con una sua pari.

Ho procurato però per quanto mi fu possibile, di far sì che alla pronunzia corrisponda l'Ortografia. Io non istarò a negare che il maggiore risparmio possibile de' miei caratteri, trattandosi di una così discreditata Commedia, non abbia avuta qualche parte nel mio progetto: e dirò anzi che avrei voluto poterla abbreviare di piu, per minorarmi la noja della composizione. Ma io non ho osato inoltrare il mio tentativo fino nelle parole che hanno la definenza in acchio, ecchio, occhio, ucchio, e plurali, nè in quelle che ne derrivano. Sedotto dal pensiero che un Firentino, servendosi del proprio accento, sarebbesi avvicinato di molto alla vera pronunzia veneziana della parola p. e. Occhj, avrei potuto far occj; ma io non aveva dall'altra parte a lasciarmi escire di mente, che un Veneziano avrebbe letto ozzj: ed anzichè creder di leggere

Occhj piangete, accompagnate il core ec.


di Messer Francesco Petrarca, avrebbe forse il buon'Uomo pensato di essere al Deus nobis hæc Otia fecit di Virgilio: sbaglio che avrebbe bruttamente attaccata la riputazione del

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