Io volo ad ubbidirla. Il mio dovere
Lo so, Signor; Io non ho a farle il medico.
Nad. Maledeto costù! el me fa una rabbia!
da se.
No vogio chiocolata ne caffè.
Voleva dirve, se ve par che questa
La vada ben, de veder el Paron
Levarse un'ora avanti el Servitor?
Giu. Parmi che no. Piuttosto io crederei
Che dovrebbe il Padrone a suo bell'agio
Alzarsi anche quattr'ore dopo il Servo.
In quanto a me, s'io fossi, per esempio,
Il Padrone, vorrei poltrire a letto
Tutta la notte e mezza la giornata,
E s'alzi pur chi vuol di buon mattino.
Nad. Ma i Servitori lasserissierrata corrige originale, sior
Che i stasse in letto fina che ghe par
E che quando se sù, trovessi ancora
tutto quando da sar?
Giu. Oh in questo conto
Delicato io sarei: ci porrei ordine.
Nad. Che vol mo dir!
Giu. Al Servo che mancasse
A' suoi doveri, senz'altro fracasso
Piglia, direi questi son due zecchini,
Vanne di casa mia.
Nad. Basta cussì.
(Maledetto! l'ho dito. Forestieri!) da se.
Oh sentì, vegnì quà, Giulio.
Giu. Illustrissimo.
Nad. Saveu che s'ha da far ancuo le nozze
De Anzoleta mia fia?
Pagina:L'acqua alta.djvu/33
Sta pagina la xe stà trascrita, ma la gà ancora da vegner rileta.