Pagina:L'acqua alta.djvu/63

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     Mi me lasso secar matina e sera:
     Ghe fazzo sempre mile bone grazie...
Il Co. Ed io ci ò tutta la riconoscenza.
Lug. Mi no parlo con vù, sior pezzo d’aseno.
Il Co. (Che diavolo di Donna è questa mai?)
     da se.
Lug. Ma pazienza, se mi tuta gersera
     No m’avesse sfiatà, come che soimi
     A dirghelo, e ridirghelo. Doman
     accozzando le parole ed alzando la voce,
     Sior Conte, fè che i ve vegna a svegiar
     A bonora: A bonora, levè su:
     Vegnì a bonora quà, perchè a bonora
     Vogio a bonora, siestu maledetto,
     Andar da mio Cugnà, che fa novizza
     La so Puta. Au capio? Signora mia
     contrafacendo il Conte con caricatura.
     Con quela flema da mazzarlo, subito
     El m’à risposto, mia Signora, senza
     fallo, non tema, non dubiti, certo,
     Sarò da Lei per tempo, per tempissimo.
     Che te possa vegnir la scaranzìa.
Il Co. Ò capito Signora. Ma se l’Acqua
     Crebbe la scorsa notte a segno tale
     Che non era possibile venire,
     E il Gondolier....
Lug. Se monta su le spale
     D’un Fachin come vù... come sopra.
Il Co. Ma questo poi....
Lug. Se tol i so stivali, e po bel bello
     Se vien per l’acqua....
Il Co. Io non sapeva poi

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