Pagina:L'acqua alta.djvu/66

Sta pagina la xe stà trascrita, ma la gà ancora da vegner rileta.

     D’innamorarmi di questo demonio!) da se.
     Signora, avrò, lo giuro, in avvenire
     L’attenzione per Lei più scrupolosa;
     E giorno e notte, e notte e giorno, sempre...
Lug. Sior, se farè cussì, che questo è ‘l vostro
     Dover, le cosse anderà mejo assae.
     Penseghe, e ressolvè: O sempre e in tuto
     Ciecamente ubidirme, o andar lontan
     Tanto da mì, che se vivessi un Secolo
     Granca per acidente, no ve senta
     A nominar mai più.
Il Co. (Ma come mai
     Poss’io tanti soffrir sgarbi ed oltraggi!
     Povero Conte! Tu se’ pazzo, e il peggio
     È che non vuoi saperne di cervello!
     O Amore, Amor!) da se.
Lug. Au fato i vostri conti?
     Vardè che se falè, pezo per vù.
Il Co. Signora, io sono così certo d’essere
     In buone mani, e ch’Ella vorrà sempre
     Esser meco gentil, giusta, e discreta
     Che il perdon generoso ch’Ella m’offre
     Io grato accetto...
Lug. Oh mi per la mia parte
     No voi prometer gnente, che no vojo
     Debiti con nissun. Se sarè atento,
     E se al vostro dover no mancherè,
     Se pol dar che col tempo... Ve permetto
     In quel caso, Sior Conte, de sperar!
     Intanto per provarve che la colera
     Me xe passada un poco, e che no son
     Ostinada po quanto che credè,

Traesto fora da Wikipèdia - L'ençiclopedia łìbara e cołaboradiva in łéngua Vèneta "https://vec.wikisource.org/w/index.php?title=Pagina:L%27acqua_alta.djvu/66&oldid=77745"