Pagina:Le Rime Veneziane e Il Minuetto.djvu/15

Sta pagina la xe stà trascrita, ma la gà ancora da vegner rileta.

perder l'ore miseramente in ozi contemplativi; cantai, cantai, cantai...

O legge sull'istruzione obbligatoria, come ti avrei voluto allora in vigore! La donzelletta leggiadra, figlia d'un trattor di campagna, la musa ispiratrice, la bruna quindicenne mia musa, non sapeva nè meno compitare il b-a, ba!!

Mio padre, per non andare in rovina, cessò di pagare le rime al prolifico poeta.... e, vedendo la malattia farsi seria e minacciare di diventar cronica, cominciò a dolersi con me delle mie fisime versaiuole. Da buon commerciante desiderava tirarmi su pe' negozi de' commerci, e non per gli ozi della poesia; ma il mal di Apolli m'era già entrato nell'ossa, e io stetti saldo a non volerne sapere. Un mio fratello, che m'avea preceduto nell'arringo poetico, e godeva in famiglia nominanza di magnifico rimatore, con tutto che scrivesse di brutti versi, dopo aver dato in luce un cotal suo libretto intitolato, con giusto giudicio, Vasi a Samo, aveva, con romano coraggio, dato un addio alle muse, rinunziando ad Apollo per Mercurio; fatto notevole che mio padre soleva pormi sotto gli occhi quale ammonimento ed esempio. Io seguitati. Non ch'io mi sentissi allora più forte di mio fratello, o più chiamato al mestier del poeta, ma i commerci

Traesto fora da Wikipèdia - L'ençiclopedia łìbara e cołaboradiva in łéngua Vèneta "https://vec.wikisource.org/w/index.php?title=Pagina:Le_Rime_Veneziane_e_Il_Minuetto.djvu/15&oldid=63134"