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dal fare la parodìa dell'Ulisse del Lazzarini, fece quella dei Gozzi, dei Cesarotti ec., i quali eransi dati a credere, ch'ei sul serio volesse impicciarsi colle cene di Atreo e di Tieste, e con quanto v'ha di più crudele e terribile nella storia del delitto potente. Il titolo corrispondeva agli attori, e il dialogo, i caratteri, il viluppo, lo scioglimento erano così strani e bizzarri, che tutta la brigata ebbe a scompisciar dalle risa, anzi a pregare l'autore di frappor qualche respiro, onde riaversi da quella convulsione che avea in tutti destata la più ridevole fra le produzioni 1. Con che diede apertamente a conoscere, che non era egli uomo da piegare così di leggieri agli altrui consigli, e che nella scelta degli studi

  1. Il naufragio della vita nel mediterraneo della morte, è il titolo della catastrofe. Nabuco Re vi sostiene le parti di protagonista; Cleopatra è la moglie di Nabuco; Titibio e Frine sono i figli delle loro Maestà. Orazio al Ponte generalissimo, Ippocrate medico di corte, Archimede astronomo, ec. formano il corredo degli altri personaggi. Lo scenario deve unire le piramidi di Egitto col ponte di Rialto, ed altre bizzarrie di simil fatta. L'azione termina colla morte di tutti come nel Rutzvanscad dei Valaresso. E il re, morendo, fa un soliloquio di venti versi composti di semplici monosillabi, che nulla concludono.
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