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nezia e sulla flora dell'estuario veneziano, che si leggono in quel libro, per il contenuto si devono al Pagello. Fu in quell'estate del 1834 che Pietro scriveva per l'amica un'ode ormai famosa, qualche frammento della quale ella inseriva nelle citate Lettres; più tardi, un'altra strofa, l'ultima, era dal Guerrazzi posta come epigrafe al XVIII capitolo dell’Assedio di Firenze. L'ode fu pubblicata la prima volta per intiero, da me, nel Corriere della sera di Milano, l'anno 1881. Il Pagello pubblicò in gioventù un originale studio fisiologico sul colorito del volto, ben prima che spuntasse la moderna scuola fisiologica; alcune poesie di Carlo Porta furono da lui tradotte in versi veneziani, tuttora inediti presso di me; raccolse pazientemente moltissimi proverbi che arricchirono l'ottima raccolta di Proverbi veneti di Cristoforo Pasqualigo.

Nel primo volume dell'epistolario della Sand (Parigi, 2ª ediz., 1882), la celebre scrittrice si esprime con franche parole al Bouquerau, amico suo, sul conto dell'antico innamorato: «Pagello est un brave et digne homme, de votre trempe, bon et dévoué comme vous. Je lui dois la vie d'Alfred et la mienne.» Ella gli diceva spesso: «Vous êtes un ange.» E il Pagello: «Sans le g!»



     Coi pensieri malinconici
No te star a tormentar:
Vien co mi, montemo in gondola,
Andaremo fora in mar.
     Passaremo i porti e l'isole
Che circonda la cità:
El sol more, senza nuvole
E la luna spuntarà.
     Oh! che festa, oh! che spetacolo,
Che presenta sta laguna,