Pagina:Raccolta poesie veneziane dell'autore dei Capricci poetici nello stesso dialetto 1.djvu/106

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     Per vedar quello che no avea osservà.
     Ma con la lode mia da cossa mai
     Devo mi scomenzar, se no ghe sito
     In mezzo a tutti quei che ho visitai,
     Che a no lodarlo credaria delito.
     S'el merito real xe superior
     A ogni elogio per ben che fato el sia,
     Tributo el mio stupor
     Senza dir quel, che inutile saria.
     Ma del cortese umor,
     Col qual dal cittadin se vede accolto
     Qualunque forestier,
     Gratitudine in mi podendo molto,
     De parlarghene quà me fa un dover.
     Sì che con franca penna, e un'ose ardita
     Pubblicarò per tutto,
     Che gnessun altro in cortesia l'imita.
     Xe tutta una fameggia
     Foresti, e nazionali,
     No ghe chi li someggia
     Nei tratti i più cordiali.
     L'amor che i ve palesa
     Ve ispira confidenza,
     Xe poca la pretesa,