Pagina:Raccolta poesie veneziane dell'autore dei Capricci poetici nello stesso dialetto 1.djvu/121

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     » Ancuo xe dì de visite,
          » Certissimo mi son,
          » Che vegnarà chi servo
          » In casa del paron.
     
     » Oe ghe darò l'indormia,
          » L'anno ghe augurarò,
          » E almanco un per de sguanzeghe
          » Me le vadagnarò.
     
     » Zamara farò parte,
          » Semo colleghi stai,
          » So che anca a ti no manca
          » Pan, o apetito mai.
     
     Piaro risponde sť'altro,
          Brusco l'affar lo vedo,
          Che qua no vegna visite
          Collega mio mi credo.
     
     Prima che ti vegnissi,
          Gera sentao de qua,
          Gnessuno mai in malorsega
          Xe certo capità.