Pagina:Raccolta poesie veneziane dell'autore dei Capricci poetici nello stesso dialetto 2.djvu/82

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Quella chitara un dì tanto sonora,
     Che milioni de versi ha butà fora,
     Ridota una ribega
     Starà sepolta nella to bottega,
     E del Parnaso quelle nove scioche
     Le andarà a pasto tutto dì coll'oche.
Propono al mondo, al mondo incivilìo
     Che sa tegnirghe a sti progeti drio,
     Che un dazio sia fissà
     Su tutto quel che vogia esser stampà,
     Ma gravosa propono una gabella
     Da maltrattar qualunque sia scarsella.
Un sonettin per nozze, un madrigal,
     Che vol la moda che sia scritti mal,
     Per aver la licenza
     De comparir del mondo alla presenza,
     Ognuno pagarà senza contrati,
     Piasa, o despiasa sedese ducati.
I versi sciolti che vol dir brodosi
     Fatalissimamente numerosi,
     Vinti soldi daziadi
     I sia per uno se i li vol stampadi,
     Ma a pato espresso che passando i cento
     D'un altro traro all'un ghe sia l'aumento.