de dalle vette dei Sette-Comuni ai lidi dell'Adriatico. Con essa a Vicenza s'intende significare il fiume che bagna il Territorio sotto Bassano. Con altra voce quasi simile, Astese, a Venezia s'intende nominare il più grosso dei Cancer. — Astaco era città dell'Asia minore; Astaces un fiume del Ponto. Si osservi ch'essa è una delle più antiche voci nostre, di cui ci resti documento. Il Dal Pozzo nella Storia dei Sette-Comuni la trovò all'anno 976. Il Maccà la rinvenne in carta del 753 (Tom. XII. pag. 44 e 45) scritta Astago, come usò scriverla l'anonimo Ravennate, che visse nel secolo VII. Si può dargli antichità ancora maggiore seguendo gli etimologisti del sistema Celtico. Mar, essi dicono, significa sopra. Il castello di Marostica, che fu certo edificato sopra l'Astico, di poco anche oggidì allontanatosi da esso, c'insegna che fino da quel tempo immemorabile nominavasi Astico od Ostica.
Bacchigion (Bacchiglione), fiume principale del Vicentino oggidì, ma non è propriamente il conosciuto dagli antichi per Medoacus minor. Quello era formato dalle aque perenni dell'Astico. Coll'andare del tempo queste si fusero verso Novoledo in un fiumicello che i Tedeschi aveano detto Bach (ruscello); ed il Medoacus, nome Etrusco, od altro che si fosse, andò perduto. Con questo moderno il Dal Pozzo, nella Storia dei Sette-Comuni, pag. 216, dice non averlo trovato più alto nominato del 1074. La tramestazione di queste aque produsse eziandio diversità terrestri, per cui se esse invasero un lido da una parte, altro lido lasciarono scoperto dall'altra, il quale si nominò appunto Novoledo, ossia novo lito con la pronunzia di quei tempi; e questo nome di Novoledo risale al 753, per cui si conosce a un di presso l'età in cui il Bacchiglione divenne fiume grosso.
Baga. Istrumento di musica, fatto con otre e piva. L'usano i montanari, e spesso si vede tra quelli che fanno ballar l'orso. In questo senso manca in tutti i Dizionarj da me consultati.
Bagnolo. Villa nominata fino dall'an. 753. È presso Lonigo, ed abbonda di sorgenti. Egli è perciò che noto l'asserzione di Toselli, che la deriva da Banerrata corrige originale, sorgente, e da Oll, tutto (vedi pag. 32).
Baracha. Il Boerio, solo nelle Giunte, registra questa voce nel senso di gozzoviglia, sotto il quale è intesa fra noi. Andiamo a fare una baracha vale andare in compagnia a godersela. Dice Llorente (Tom. I. pag. 156 della Storia dell'Inquisizione di Spagna): Gli Ebrei con questa voce intendono ogni orazione di grazie a Dio. Celebrato il Sabat, si mettono a tavola. Il padre di famiglia prende un bicchiere, e dopo orato, bevutone un sorso, lo passa ai commensali, che fanno lo stesso. Baharen vale benedire.
Barban. Voce antiquata, come la dice Boerio, ma non disusata in qualche villa del nostro contado. Significa Zio, come il suo abbreviato Barba in tutto il Veneto ed altrove. Una carta di Pistoją la riferisce all'anno 767 (vedi Toselli).
Barche. Luogo interno della città, ove, non sono passati molti secoli, le barche di Venezia giungevano. Oggidì il fiume Bacchiglione, elevandosi od impoverendosi di aque, non permette ad esse di giungere sì alto. La tradizione dei nomi ha tenuto conto di un punto inferiore, pur oggi abbandonato come questo dalla navigazione per le cause medesime. (Vedi la voce Burci.)
Bardevelo. Quella parte delle serrature che i Veneziani dicono salterello, i Toscani saliscendi. Per metafora intendesi la parte inferiore della bocca dei ciarlieri. In questo senso, che per noi è figurato, l'hanno al proprio i Piemontesi (vedi Ponza, Dizionario).
Barela. Noto questa voce, registrata pure dal Boerio, per la diversa definizione che importa fra noi. Piccolo carro fatto a guisa delle antiche bighe, tirato spesso da due buoi, atto a caricare e scaricare la terra di trasporto, per la