Nale. Contrazione di Natale. — Santa Maria di Nale è luogo che un dì si diceva Santa Maria in Alò. — Cantar Nale dicesi a quella canzone che usano i contadini al chiaror di Luna sciogliere le notti che sono prossime al Natale di Nostro Signore.
Nanto. Voce antichissima, ed il cui significato si riconosce ai confronti che furono instituiti fra i luoghi ch'essa distingue. Questi luoghi sono tutti umidi, o lo furono, e trovansi nel Vicentino ed altrove. Egli è un parente del verbo Natare, nella cui conjugazione si trova l'omonimo. Nanto, Nonto, Cappanunte sono luoghi aquitrinosi del Vicentino. Nonto è nominato fino dal 1068.
Naro. Voce che distingue un monte presso Schio fra quelli ove sono metalli preziosi un dì ricercati, oggi abbandonați perchè esauriti. Si vuole una corruzione della voce Oro.
Nevesola. Diminutivo di Neve. Proverbio: El dì della Zeriola, se piove o nevesola, dell'inverno semo fola; se nuvolo o seren, quaranta dì ghe n'en.
Nodaro. Notajo. Proverbio: Nota nota, Nodaro, che la buzzera va in caro. Dicesi di quelli che si provedono senza pagare, e fanno porre a libro. Parmi voglia significare che questo fallo economico viene presto a trista maturità.
Nomè: In questo istante, Or ora.
Nona per Punto celeste del mezzogiorno. Il Testamento Proto dice: Rompere el muro de verso Nona. Manca al Boerio in questo senso.
Occioaverto. Nome di un'opera avanzata della fortezza di Longare, che vegliava alla custodia della rosta che divergeva il Bacchiglione da Padova. Voce del secolo XIII.
Olimpico e Olimpica. Nome di un Teatro e di un'Academia che sono tra i principali onori della storia moderna di Vicenza. Voce del secolo XVI.
Onta. Un'onta e una ponta è registrato dal Boerio in significato di bene e male avvicendato; ma non nella sua origine al proprio, in cui è da considerarsi quale monumento storico degli antichi supplizj. Il carnefice ungeva prima il corpo che offendeva, ad oggetto di prepararnelo. Quando vigeva il Codice Napoleone abbiamo veduto alcun che di simile nella pena del marchio.
Onti. Lo stesso che Gonti, verbale di Avere. L'omissione del g, che rappresenta l'h, mostra la poca necessità di queste lettere a formar l'intrinseco della parola, e ci conferma nell'idea ch'essa fosse anche negli antichi linguaggi, da cui il presente deriva, in solo ufficio di aspirazione. L'onti mi? L'ho io?
Oppio. Acero. È registrato dal Boerio, ma non dice ch'essa è voce vernacola del Settentrione Italiano, riconosciuta per tale dagli scrittori più antichi di Roma. Varrone, Lib. I. Cap. VIII.: Mediolanenses ut faciunt in arboribus, quos vocant Opulus (vedi Muratori, Dissertazione XXIV).
Orbigolo. Foruncolo che viene per male nell'occhio. Usasi oggidì, ed è antico. Manca al Boerio. Paolo Gualdo Vicentino in una lettera al Pignoria 1609 indica il morbo che lo affliggeva con questa voce. Questa fu stampata nel 1835 per nozze Loredan-Bragadin, pag. 53.
Orsare. Ardire. Voce contadinesca, ma molto in uso. No me orso; Guai se el se orsa; Orsete mò. Forse ebbe origine da Ordior. Nelle Giunte Boerio la registra, ma in senso affatto diverso.
Osella, femina d'Uccello, non usasi che in un solo caso, cioè per indicare quella colomba che, simbolo dello Spirito Santo, si faceva a Schio volare verso la chiesa, e dicevasi la santa Osella. In diminutivo non è raro udir nominare l'oselletta per femina di uccelletto.
Panaro. Tagliere.
Pandere. Manifestare.
Panigaja. Così chiamasi ancora a