Pagina:Saggio di canti popolari veronesi.djvu/55

Sta pagina la xe stà trascrita e rileta.
C A N Z O N E T E




81.*


— Benvenuto par la bruma
     A racolgier la lizienza,
     A svanir la mia presenza
     Per più mai parlar d'amor. —
— O che dici, Amalia mia,
     Sei cambiata di pensiero?
     Ghétu el core cosi nero
     De lasciarme in libertà? —
— Sì ti lascio in questo punto,
     Benchè sei d'un fior di dalia;1
     Non pensar più de l'Amalia,
     Alontànati da me. —
— Ci sarà che me sostanza,
     Ci sarà che me consola?;
     Avocata la persona
     Che contenta il mio dolor. —
— Altra amante, caro Olimpio,
     Che à par nome Giusepina;
     Rica, bela e galantina,
     Che te fida ne l'amor. —2

  1. Benchè sei d'un fior di dalia, cioè: benchè tu sia gentile o vago come un flore di dalia.
  2. Evidentemente qui parla una terza persona, un provido amico che facendo la parte del coro greco nella tragedia consola l'infelice abbandonato con prospettiva di nove dolcezze d'amore.
Traesto fora da Wikipèdia - L'ençiclopedia łìbara e cołaboradiva in łéngua Vèneta "https://vec.wikisource.org/w/index.php?title=Pagina:Saggio_di_canti_popolari_veronesi.djvu/55&oldid=61448"