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          Oh Signor, tolème in pressa,
          Più no gh’è su quel letin
          Che una piavola de pessa
          E una busa sul cussìn.

Le poesie raccolte in questo volume sono troppo scarse di numero; ma la scarsità compensano col pregio squisito dell’arte; anzi alcune tengono il primo posto nella letteratura poetica veneziana di tutti i tempi 1. Spontanee di inspirazione, localmente caratteristiche di contenuto, esse rispettano con ogni scrupolo la parlata nativa, nel suo vocabolario, ne’ suoi atteggiamenti, nel suo spirito, nel suo ritmo. Certo, quando il pensiero si eleva o l’affetto s’infiamma, anche la frase dialettale tende a modellarsi sulla frase italiana; ma sempre, o quasi, con parsimonia e con discernimento. Gli stessi tratti maliziosi che succedono inaspettatamente a quelli sentimentali non sono affatto una trovata letteraria, una specie di imitazione heiniana, bensì uno di quei subitanei movimenti realistici e umoristici che appartengono in proprio alla Musa dialettale e che giovano a preservarla dalla svenevolezza quand'è gentile o dall’enfasi quand'è appassionata. La breve ed eletta produzione di Riccardo Selvatico può dirsi, dunque, una pianta che l’artista ha coltivato con industria amorosa, ma sotto il

  1. Altre non ne conosciamo, fuorchè due sonetti: satira politica il primo, satira municipale il secondo: acuti ed arguti di pensiero, ma troppo.... plastici di parola per essere qui riprodotti.
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