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AVVERTENZA.


Le due commedie La bozeta de l’ogio e I recini da festa, quantunque da lunghi anni applaudite nei nostri teatri, erano rimaste interamente inedite. Inedite sono le scene de I morti, fuorchè la prima dell’Atto II, da me pubblicata nella Lettura del 1° Gennaio 1908. Le poesie uscirono sparsamente in giornali e rassegne, massime nella Rivista politica e letteraria di Roma (Aprile 1901) e nel numero accennato della Lettura; ma ora compaiono per la prima volta riunite e riscontrate con ogni diligenza sui manoscritti.

Il lettore avvertirà facilmente una sensibile differenza di sfumature nel dialetto delle tre commedie. Ne La bozeta de l’ogio s'incontra qualche forma goldoniana ormai scomparsa, qualche grafìa corrispondente alla pronuncia della plebe; ne I recini da festa il dialetto si deterge d’ogni traccia di arcaismi e d’ogni ruvidezza; ne I morti s’accosta maggiormente alla lingua. Questa differenza si spiega non solo col tempo diverso in cui le commedie furono scritte, ma ancora e più col grado morale o sociale dei personaggi che viene ascendendo e con la natura più fine dei sentimenti e dei concetti che essi esprimono.

Io devo ringraziare pubblicamente Domenico Varagnolo, poeta vernacolo arguto e gentile, che volle farsi mio operoso collaboratore nella revisione delle bozze e mi aiutò ad affrontare, non dico sempre a risolvere, le questioni ancora incerte e controverse della grafia dialettale veneziana.

A. F.


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