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questi può valere ad accrescere dell'Autore la fama.

6. Baffo, Giorgio, Poesie in dialetto veneziano. Cosmopoli, 1789, Vol. 4. In 8.vo.

Edizione postuma, la quale racchiude Canzoni, Sonetti, Madrigali che non la cedono in laidezze a' componimenti di un Aretino, di un Giordano Bruno, di un Pallavicini, di un Casti. In una Collezione di Opere MSS. che in Vinegia si conserva, e che pare destinata dal suo Testatore a lunga o perenne vita, si legge altra copiosa suppellettile inedita di poesie dello stesso autore, ma tutte dello stesso calibro. Non v'ha scritto di Giorgio Baffo che non sia licenzioso, e l'autore valse a dare il suo nome ad ogni altra composizione che si trovi ravvolta nel fango delle turpitudini. Vuolsi che questo gentiluomo veneziano fosse decentissimo nella sua vita civile, e tanto circospetto ne' suoi familiari discorsi da non consentire a sè medesimo nemmeno quelle libertà che scappano talvolta fuori agli uomini nelle società più morigerati. Se così è, valga la sentenza di Ginguené (Biograph. Universelle), ch'egli parlasse come una pudica donzella, ma scrivesse poi come un Satiro.

La nominanza di Poeta osceno rimasta al Baffo va del pari con quella di Poeta

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