Pagina:Serie degli scritti impressi in dialetto veneziano.djvu/188

Sta pagina la xe stà trascrita, ma la gà ancora da vegner rileta.


Edizione senza saputa dell'Autore, per infamia dell'editore, a disonore de' nostri tempi e della odierna civiltà, fatta alla macchia. Poesie e Satire vi si leggono contaminate dalla gagliofferia di un pennello intriso nel putridame della calunnia e della turpitudine.

Il signor Buratti, che ha tanti diritti a durevole e salda rinomanza, saprà meglio assodarla col mettere in luce tale nuova Raccolta di sue poesie, in cui la vivacità, il buon sapore, il nobil estro, la urbanità formino quegli unici pregi che conciliare gli possano l'ammirazione di ogni gentil leggitore.

8. Da Pos, Valerio, Satire.

Le Muse sono dee sì condiscendenti che non ricusano di albergare sino ne' tugurj de' poveri contadini. Nello Stato Veneziano n'abbiamo due odierni esempj in Aglaja Anassillide (Angela Trevisan) trivigiana, ed in Valerio da Pos contadino del Bellunese. Di quella e di questo sono già a stampe le Poesie e le Vite, e sì l'una che l'altro scrissero nella corretta lingua comune; ma il da Pos lo fece talvolta volentieri anche nel Dialetto nostro. Se fossero pubblicate le sue Satire si conoscerebbe che attesa la niuna educazione del Poeta, sono esse tali da aversi in molto conto. Serva di saggio la seguente, che leggesi

Traesto fora da Wikipèdia - L'ençiclopedia łìbara e cołaboradiva in łéngua Vèneta "https://vec.wikisource.org/w/index.php?title=Pagina:Serie_degli_scritti_impressi_in_dialetto_veneziano.djvu/188&oldid=75993"