opinion più probabile quella che i Memoriali o Scritture del Polo fatte durante i suoi viaggi (dal 1271 al 1295) fossero non in una lingua, delle asiatiche, ma bensì nel suo dialetto frammischiato di alcune voci forestiere; che giunto a Genova (dove trovavasi prigione l'anno 1298), e consigliatosi in quale lingua più intelligibile dettar si potessero i suoi Viaggi, siagli stata suggerita la francese o provenzale, e che non conoscendo forse Marco questa lingua in tutta quella estensione che richiedeasi per poterla scrivere regolarmente, siasi giovato dell'opera d'un amico come interprete insieme e scrittore, mentre Marco andava dettando in italiano, e l'amico traduceva in provenzale: lingua comune allora anche fra' Genovesi; lingua in cui altri libri contemporanei eran dettati; lingua finalmente dalla quale senza debbio fu cavato il Milione toscano citato dalla Crusca, e di soli dieci anni al più posteriore alla prima dettatura del Polo. Nè per questo resta escluso che il Polo possa avere scritto il suo libro anche nel veneziano dialetto; ma però, ritornato che fu in patria, al fine di rendere la sua storia facile all'intelligenza de' concittadini, fra' quali la lingua francese o provenzale non era familiare; tanto più che si sa avere il Polo, giunto a Venezia, ritoccato in più luoghi il
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