Il dottor Giovanni Tagliapietra, medico, nato a Pirano il 26 febbraio 1805, morto a Trieste il 18 marzo 1893, fu un insigne poeta, di alto valore letterario nei suoi versi in italiano, un italiano puro, quasi classico, arieggiante a quello di Vincenzo Monti. Un suo volume di poesie varie vide la luce nel 1867 (Milano, G. Daelli e Comp., editori). Di queste poesie scrisse con molta lode Francesco Dall'Ongaro, soffermandosi specialmente sulle due cantiche: Dante Alighieri al monistero di Fonte Avellana e Giuseppe Tartini, scritte entrambe in terzine dantesche.
Per uno strano contrasto del suo spirito, il Tagliapietra si dilettava — quasi a riposo della mente — di recitare nei ristretti circoli dei suoi amici, che si raccoglievano nel vecchio Caffè Tommaso di Trieste, alcuni sonetti dialettali di sapore piuttosto piccante, che trovarono i ràpsodi pronti a scriverli e a diffonderli... a bassa voce. Tali sonetti, appunto per il loro sapore boccaccevole, non potrebbero esser qui riprodotti. A titolo di curiosità, e per dare un piccolo saggio della musa vernacola del dott. Tagliapietra, trascriviamo qui soltanto due suoi sonetti e le due quartine di un sonetto che non si potrebbe pubblicare per intero.