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AVVERTENZA


Nel presente libretto si è adottata la regola di scrivere le parole nel modo come si pronunciano; quindi, anzichè scrivere ochi e leggere oci, veder chiaro e leggere vedar ciaro, imprometerghe e leggere imprometarghe ecc. si troverà scritto senz’altro oci, vedar, ecc.

Così molte parole, che dal basso popolo sono pronunciate in modo differente della borghesia, si troveranno scritte come si pronunciano: parchè in luogo di perché, párdar in luogo di perder, ecc.

Per la sibilante palatina, come nelle parole vicin, principio, si adottò l'idea del Boerio (da lui però non seguìta) di mettere la cediglia sotto il c, come fanno i francesi, e quindi: viçin, prinçipio, ecc.

La difficoltà maggiore sta nel modo di indicare graficamente il suono palatino del c che segue alla sibilante dentale. Il Boerio ed altri proposero di rendere questo suono coll’aggiunta di un h e insegnarono quindi di scrivere rischiar, schioco, schiantar, ecc. Altri tentarono indicare questo suono coll’interporre una lineetta fra la s e la c: ris-ciar, s-cioco, s-ciantar.

Perchè non adottare il sistema della linguistica moderna che distingue il suono palatino del c per mezzo di un accento sovrapposto? Così: risćiar, sćioco, sćiantar si pronunciano come fosse scritto ris-ciar, s-cíoco, s-ciantar, a differenza della pronuncia di sciar, scioco e simili.

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