Gilda. (ridendo affettatamente) Si... si...
Orazio. (prendendo per un braccio Liseta che gli passa accanto) Ciò, Liseta, xelo un general?
Liseta. No: un sototenente, anzi un aspirante.
Orazio. Alora posso tornarme a sentar, perchè da mi çerto nol pol... aspirar gnente! (Siede e si rimette a lavorare)
Tenente. (salutando Liseta) Signorina...
Liseta. (inchinandosi lievemente) Riverisco (Va in terrazza)
Tenente. (indicando Orazio) E questo... buon uomo chi è?
Alessandra. Eh! che vuole? Un povero disgraziato...
Orazio. (rialzandosi di colpo) Comandi? Nè povero, nè disgraziato, cara signora Alessandra!
Tenente. Ebbene, che cosa siete?
Orazio. Mi signor... (Mutando tono, ma sempre rispettoso) E lu, el scusa, cossa xelo? Perchè, el vede, mi... no ghe vedo e no voria falar...
Tenente. (con un lieve gesto d'impazienza) Tenente Vildi. Dunque?
Orazio. Ben, mi so un vecio soldà in ritiro e, per esser più preciso, un sergente del 66, che ga combatuo per Venezia e che s'à ciapà una