Alessandra. Degli intrichi.
Tenente. Cioè?
Orazio. (piano) Questo sì, xe ostrogoto dasséno!
Gilda. (spiegando) Vuol dire: cose vecchie che non si adoperano...
Tenente. Ah! ho capito. (Quindi volgendosi verso la terrazza e indicando Liseta) E quella bella signorina lì, è sua sorella?
Gilda. (subito) No, no tenente...
Alessandra. (c. s.) Oh, nemmeno per idea!
Orazio. (da sè) E per grazia de Dio!
Gilda. È una che abita al terzo piano...
Alessandra. E invece noi, come ha visto, stiamo al piano nobile...
Tenente. Già! Ma andiamo a vedere la terrazza che quella m'interessa di più. (Si avvia, seguito da Gilda e Alessandra, verso l'altana, mentre ne discende Santa col grembiule in mano)
Alessandra. (arrestandosi) Oh! xela qua anca ela, siora Santa?
Santa. Si, ma adesso scampo...
Orazio. (scherzoso) Come? La vol scampar davanti a l'armata...?
Alessandra. La speta un momento...
Santa. Eh! mi no vogio impassarmene...