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Prefazione
1918

 Edission original:   

Attilio TurcoLa Guera, Sonetti veronesi, Verona, Bettinelli, 1918

 Fonte:

Indice:La Guera, Attilio Turco 1918.djvu

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PREFAZIONE



Fu detto un anno fa, a proposito di non ricordo più quale pubblicazione, che nei tempi che volgono, non si dovrebbe perdere tempo a scrivere, non foss'altro perchè non c'è tempo di leggere: e mi parve che fosse detto a ragione. Se non che, quando per un semplice caso mi capitavano fra mani le stampe di prova delle nuove liriche vernacole di A. Turco, in parte, mutai avviso; e inclinai a credere che si possa anche in questo tragico periodo utilmente scrivere e utilmente leggere: basta sapere scegliere bene la materia. [p. vi modifica]

E Attilio Turco seppe davvero. Tranne alcuni sonetti, nei quali lo riprende e vince l'amore della sua Verona, il primo e massimo suo amore; e qualche scoppiettìo di quella arguta festività popolare, che ha in lui un interprete, più che felice, necessario; i suoi nuovi versi sono una fedele quanto efficace rivelazione e rappresentazione di molti essenziali elementi di quella, che è la storia italiana di oggi; elementi, che la verità non salva dalla oscurità, e perciò rimarrebbero ignoti e passerebbero non solo senza ammirazione, sì anche senza compianto, se la poesia non li cogliesse ed elevasse nella luce dell'arte. Case che piangono e trepidano; famiglie che da felicità brevemente durata affondano d'improvviso nella desolazione; giovanezze fiorenti e rigogliose precocemente e barbaramente spezzate e straziate; dolori e schianti immani sofferti in [p. vii modifica]un così consapevole silenzio, con tale una devozione all'Idea da partecipare nella loro umile modestia di grandezza sovrumana; sacrifici compiuti, nel mistero di un abituro o di una coscienza e che il mondo non saprà mai, per il diritto, per la civiltà, per il bene; ecco che cosa ci fa vedere o travedere in queste sue ultime rime il nostro concittadino.

Non è ciò più che basti perchè il libro deva essere bene accolto e benedetto l'autore? E saranno; perocchè a chi l’ascolti con benigno cuore, questa suonerà come una delle voci più buone, che siano salite dall'anima al cielo della patria in questo triennio di passione e di gloria.

E. BARBARANI.

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