Tutti ga i so gusti, e mi go i mii

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Qualità del testo: sto testo el xe conpleto, ma el gà ancora da vegner rileto.
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Tutti ga i so gusti, e mi go i mii


Chi per musica
     Sente passion,
     Per quella un utile
     Ga distrazion.

Salteri, e pifferi,
     Trombe, e violini,
     Ghe rompe l'anima
     Spesso ai vicini;

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E a quei l'incomodo
     Xe più picante,
     S'el filarmonico
     Xe principiante.

Ma co a lu comoda,
     Tutto va ben,
     Cussì benissimo
     Lu se trattien,

Chi ha el gusto massimo
     Della pittura,
     Altro durevole
     Ben se procura;

Se in modo stabile
     Vede formà,
     Quello che l'estro
     Megio ghe dà,

Chi per la comica
     Ga inclinazion,
     O prova in tragico,
     O nel bufon,

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E in una camara
     Sbragia da can,
     Mettendo in opera,
     E gambe, e man.

Le matematiche,
     Quello che studia;
     Qualunque strepito
     Da lu ripudia.

E gode pallido
     De deventar,
     La linea, o un circolo
     Nel misurar.

Maestro d'otica,
     Uno fa ochiai,
     Che i miopi, e i presbiti
     No manca mai.

Chi de botanica
     Amante xe,
     Cerca l'esotico
     Dove nol ghe.

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E tra l'indigeno,
     Tra el forestier,
     Solievo ai spiriti
     Lu pol aver.

Quel che nei talari
     Loga i so affetti,
     Li conta, e in gringola
     Fa castelletti.

Li lustra, i separa,
     Li basa, e po
     In cassa subito,
     Li butta zo.

Quel che per metodo,
     Fa l'usurer,
     Assiduo in dialogo
     Sta col sanser.

E sempre medita
     Per torse spasso,
     A quel possibile
     Stoco più grasso.

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Chi trà alla bettola,
     Chi trà ai caffè,
     E a loghi pubblici
     Quanti che i xe.

Mi che nè musico,
     Mi che pittor
     No son, nè comico
     De gran valor:

Mi che discepolo
     No son d'Euclide,
     Nè go per l'otica
     Le man forbide.

Mi che coi talari
     No go alleanza,
     E per far stocchi
     No me ne avanza.

Nè inclino a bettole,
     Poco ai caffè,
     E ai loghi pubblici
     Quanti che i xe.

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Mi invece sudito
     Del biondo Dio,
     Trago a ste frotole
     Piuttosto drio.

Cussì inzegnandome,
     De far qualcossa,
     Che in modo lecito
     Spassar me possa.

Trovo za el critico,
     Che va disendo,
     Che mal malissimo.
     Mi el tempo spendo.

Che un maggior utile
     Me portarìa,
     No far misantropa
     La vita mia.

Ch'el star nei circoli
     Fa più decoro,
     Che smania massima
     Go per l'alloro,

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Pianta santissima,
     Che ancuo i so rami,
     Destende in cumulo,
     E ai dotti, e ai mami.

Per questo, intrepido
     No me sgomento,
     E del mio metodo
     Tutto contento,

Sfido el malanimo
     Della fortuna,
     Che dretta darmene
     No vol mai una.

Lettor benevolo
     Feme un piaser,
     Ve comparisselo
     Strambo el pensier?

O comendevole,
     Troveu piuttosto,
     Che tranquillissimo
     Staga al mio posto?....

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Mentre ve supplico
     D'una risposta
     Che a darla, e libera
     Poco la costa.

Quel fazzo in seguito,
     Che fatto go;
     Me dareu biasimo?....
     Stralassarò.



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