El saludo de un trentin al nostro Adese
Edission original: |
Il dialetto e la lingua, Antologia vernacola, a cura de Vittorio Fontana, Verona, M. Bettinelli, 1924 |
Fonte: |
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Testo | Versione letterale e costruzione diretta |
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EL SALUDO DE UN TRENTIN AL NOSTRO ADESE |
IL SALUTO DI UN TRENTINO AL NOSTRO ADIGE
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Cori, o Adese! va! da soto i ponti El Trentin redento |
— Corri, o Adige!, va! tu cantami di sotto ai ponti il tuo eterno bel canto; tu lava, passando, i miei nascosti dolori, e tu dona tutto il tuo incanto all’anima mia: — Corri, o, Adige, fa bella Verona; porta il tuo saluto al mare lontano! Tu sei sentinella dell’Italia, e tu sei nastro che lega i monti Rezii al piano. — Da l’alto di Trento viene una voce santa di libertà, che ne è costata sangue, ma oggi gode e canta per la vittoria l'Adige qui per tutto il territorio. — Tu canta la tua canzone, o verde Adige; canta le tue memorie e il tuo bel cielo: mentre tutto qua al mondo si perde, solo restò a noi amico fedele il tuo canto! |
- Note
- ↑ sconto ― nascosto, agli altri celato: dal verbo scondar ― nascondere: e la forma avverbiale «de scondòn» ― di nascosto.
- ↑ Nota di storia e geografia:
I monti Rezii, o che si voglia dire dell’Alpe nostra Retica (latino: Retia, Rescia, e quindi passo della Rescia), segnano lo spartiacque fra noi e le terre straniere; di là scesero i primi abitatori della gente veneta ed in particolare delle nostre popolazioni montanare. Qui veramente il «nastro che lega» la regione Retica e tridentina al piano sta per indicare quel legame e quell’affetto che unisce noi ai monti, ai nostri vicini, di là donde scese la gente nostra. Anche per questo ci è caro l'Adige, per le sue verdi acque, per le sue memorie, per la bellezza di cui accresce Verona; per
questo tutti i Veronesi, del monte e del piano, si dolgono della minacciata impresa d'un progetto che toglierebbe molta acqua al patrio, rapido, fecondo fiume.
Nota di grammatica, regola generale:
Ti te si' de l'Italia ― tu sei dell’Italia; da notare quella forma dialettale pleonastica con raddoppiamento del pronome, quasi allo stesso modo che in alcuni luoghi della Toscana così ripetesi: «Quello che te tu dici... ». Nota pur dopo l’altre espressioni: «Te tu lo sai», ed il francese: «Moi je le dis». ― Veggasi in fine del vol. la pagina sull'uso dei pronomi, nelle differenze tra l'italiano e le forme vernacole.