Bisogna salvar l'apparenza

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Qualità del testo: sto testo el xe conpleto, ma el gà ancora da vegner rileto.
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Bisogna salvar l'apparenza



In un mio manoscrito,
     Che alle tarme d'un secolo, e anca più
     Ha cavà l'apetito,
     Più de trenta sentenze ho tolte su,
     E massime morali,
     E cosse con dei sali;
     In fra le tante una me n'ho notada,
     Che in seguito mai più me l'ho scordada,
     Disea, me par la mare de Pipin
     Re Goto, allora molto picinin,
     » Mio fio, se mai la sorte

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     » Te spenzesse dall'alto in basso stato,
     » Recordete da forte
     » Sostien de quella ogni bestial maltrato,
     » Mostra rassegnazion, mostra pazienza,
     » Ma sora tutto salva l'apparenza.
     E de questo a proposito ecco qua,
     Cossa la ga contà,
     Per impizzarghe forse un cezendelo
     Nel principesco gotico cervello.

     A Venezia quando in voga
          Negoziante Pantalon,
          Rispettà fin dalla toga
          Gera a tutti in opinion.
     
     D'un mercante allora gera
          Tanto sacra la parola,
          Che i zecchini a miera a miera
          Se gavea su quella sola.
     
     Negozietto in Ruga giuffa
          Gavea un certo peruchetta,
          Omo probo, e senza muffà,
          Cege folte, e gran baretta.

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     Mai sortio dalla so sfera
          Sempre onesto in piazza, e in Borsa, 1
          Chi savesse no ghe gera
          De lu un danno, o una risorsa.
     
     De brillanti un rico anello.
          Fatto a forma de botton,
          Lu portava, e molto bello,
          Chiamà allora rosetton.
     
     Dava forza al so concetto,
          E a suporlo un gran signor,
          Quel vestiario assae ristretto,
          E sto lustro de valor.
     
     El commercio ha cambià fazza,
          L'è andà un poco in desossè,
          Ma lu saldi in Borsa, e in piazza
          Co quel lustro che intendè.
     
     Della casa un fià alla volta
          S'ha vendudo el megio el bon,
          Ma bisogni lu no scolta,
          Forte in deo xe el rosetton.

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     Tal che molti dal sospetto
          Recedendo dei so guai,
          Ga acquistà maggior concetto,
          E affidà più capitai.

     Morto alfin, s'ha cognossudo
          Del mercante el stato vero
          Tutti quanti ha za savudo,
          Che l'avea manco del zero.

     Ma per altro a far profonda
          In quei tempi un'opinion,
          Ha bastà peruca tonda,
          Sagio grezzo, e un rosetton.

     Cussì i zorni ha ben condotti
          Quel mercante venezian,
          Che fra el numero dei rotti
          Avea un stato, e tutto in man.

Sta noveletta la m'ha piasso tanto,
     Perchè santa una massima la gà,
     Ma adesso stabilio xe un altro impianto,
     Ghe xe viste diverse in società;

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     Ghe la semenza dei brillanti ancora,
     Qualche deo contornà salta anca fora,
     Ma, o no xeli più dei de quella volta,
     Oppur parole sute, no se ascolta,
     I brillanti, se i varda, e se li stima,
     Ma per dar soldi se vol pegno in prima.





Note
  1. Pubblico ridotto dei Mercanti.
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